Cos’è L’alopecia
Con il termine alopecia viene indicata quella patologia che porta ad una diminuzione della quantità di capelli o alla loro totale scomparsa. Spesso, nella fase iniziale della malattia, in soggetti affetti da alopecia i capelli si presentano spenti e privi di spessore. Il termine deriva dal greco alópex, che significa volpe, in riferimento all’animale che è solito perdere il pelo a chiazze. Nonostante spesso si utilizzi il termine per indicare i casi di perdita di capelli, l’alopecia colpisce anche i peli del resto del corpo come quelli delle gambe e delle braccia fino a casi estremi in cui si arriva a perdere anche quelli delle sopracciglia.
La perdita di capelli è normale se consideriamo che un adulto perde generalmente tra i 50 e i 100 capelli al giorno su un totale di circa 90.000-100.000 che ricoprono la testa. Le condizioni dei capelli e del cuoio capelluto sono spesso legate allo stato di salute del soggetto quindi, malattie o stress possono influire sullo stato dei capelli rendendoli opachi, deboli e, nei casi più gravi, si può arrivare alla perdita massiccia. La perdita di capelli può essere transitoria o permanente ma, solo nel secondo caso si tratta di alopecia. Infatti, esistono casi in cui i capelli, superato il periodo difficile, tornino a crescere forti e folti.
Le cause che portano alla caduta dei capelli non sono ancora state individuate con precisione ma, alcuni studi hanno indicato alcuni dei fattori scatenanti più comuni:
- Fattore genetico, talvolta con trisomia del cromosoma 21;
- Fattore immunologico, che comporterebbe un calo delle difese immunitarie oppure la presenza di malattie a sfondo autoimmunitario o a carico del sistema ghiandolare o patologie o deficienze circolatorie;
- Fattore nutrizionale, per carenza di proteine, vitamine o minerali dovuta a diete troppo restrittive o malattie o ad un’alimentazione sbagliata;
- Fattore psicologico, causato da stress o eventi traumatici.
Per valutare il livello di alopecia e di progredire della malattia vengono utilizzate la scala di Hamilton-Northwood, per l’uomo, e la Scala di Ludwig per la donna.
Esistono due categorie di alopecia, quella cicatriziale e quella non cicatriziale, entrambe vengono suddivise in due sottocategorie, ereditarie o acquisite.
Alopecia cicatriziale
Questo tipo di alopecia è definitivo poiché si assiste alla scomparsa del follicolo e della papilla germinativa del capello; questo comporta l’impossibilità del capello di ricrescere. Le forme di alopecia cicatriziale ereditaria sono legate a patologie di tipo genetico:
- Aplasia cutis congenita, dovuta ad un’anomalia durante l’età fetale;
- Porocheratosi di Mibelli, un gruppo di malattie della pelle;
- Incontinentia pigmenti, malattia mortale per il sesso maschile si presenta, nella fase iniziale come alopecia di forma cicatriziale;
- Epidermoliosi bollosa distrofica, ovvero un insieme di forme genodermatosi caratterizzate dalla comparsa sul corpo di bolle.
Le forme di alopecia cicatriziale acquisita più comuni sono:
- Lichen planopilare;
- Lupus;
- Pseudoarea di Brocq.
Questo genere di alopecia può essere legato anche ad eventi traumatici o ustioni di seria rilevanza.
Alopecia non cicatriziale
Per alopecia non cicatriziale si intende la perdita di capelli temporanea, causata da un danno dei follicoli piliferi che, però, non intacca lo sbocco del follicolo. In questo modo il capello ha la possibilità di ricrescere quando le condizioni fisiche della persona lo permetteranno. Tra i casi più diffusi che portano alla perdita di capelli per un certo periodo di tempo vi è quella legata alle cure chemioterapiche o dall’uso di altri medicamenti come la radioterapia, usati per la cura di alcune forme tumorali. Anche l’alopecia non cicatriziale può essere ereditaria. Negli anni, scienziati e studiosi hanno individuato circa 120 cause genetiche dell’alopecia non cicatriziale ereditaria. Un’altra categoria è quella dell’alopecia non cicatriziale acquisita. Le cui forme più comuni di alopecia sono:
- Alopecia androgenetica, comunemente definita “calvizie”, è dovuta ad una forma di miniaturizzazione di tipo androgenetico del bulbo pilifero. Questa, è la più comune tipologia di alopecia poiché interessa il 70-80% degli uomini e il 40-50% delle donne. Riguarda esclusivamente i capelli delle zone frontali e superiori del capo. Alcuni l’hanno definita erroneamente alopecia seborroica perché in molti casi è accompagnata da un’elevata secrezione sebacea. In realtà il sebo non è la causa della calvizie androgenetica, ma solo un fenomeno associato.
- Telogen effluvium, in presenza di questa forma di alopecia i capelli non cadono a chiazze ma spariscono completamente dall’area interessata;
- Alopecia areata, si presenta in chiazze glabre, cioè aree del cuoio capelluto prive di capelli. Può essere totale, se si assiste alla scomparsa dei capelli in tutto il capo, oppure universale se riguarda i peli di tutto il corpo;
- Alopecia psicogena;
- Tricotillomania, quando i capelli tendono a spezzarsi con estrema frequenza. Questa forma colpisce soprattutto bambini ed adolescenti;
Per capire se ci si trova davanti ad un caso di alopecia, è importante imparare a coglierne i segni. Inizialmente l’alopecia non si presenta con un considerevole aumento del numero dei capelli che cadono, ma il primo vero segnale di questa malattia è l’assottigliamento progressivo dello stelo del capello, col tempo sempre più visibile. Nei maschi i primi segni si presentano nelle zone frontali del capo, da alcuni chiamate stempiature, per poi estendersi anche la zona più alta della testa. Con l’avanzare della patologia, il fenomeno si diffonde anche nell’area centrale che unisce fronte e nuca. Nell’alopecia femminile, invece, è più frequente uno sfoltimento della zona centrale.
Oltre alla caduta dei capelli, negli uomini si verifica spesso un aumento del numero e delle dimensioni dei peli in altre parti del corpo. Per questa ragione, i medici hanno ipotizzato che esista un collegamento tra l’alopecia e una variazione dei livelli di testosterone. Nella cute, l’enzima 5-alpha reduttasi è il principale recettore del testosterone, questo riduce i follicoli piliferi impedendo il normale flusso di sangue. Per arrestare questo fenomeno si cerca di combattere ed eliminare tutti quei fattori che causano una cattiva ossigenazione del sangue, come la carenza di ferro, applicando sulle zone interessate dei vasodilatatori in grado di irrorare il cuoio capelluto come peperoncino, mentolo, canfora, cannella, la jaborandi, ginepro, arnica, rosmarino.
Quando accadono questi fenomeni, la prima cosa da fare è recarsi da un dermatologo che diagnosticherà la malattia e consiglierà le dovute cure. A seconda del tipo di alopecia esistono cure diverse, ma non sempre, abbiamo visto, è possibile ripristinare la normale situazione precedente all’inizio dell’alopecia. Generalmente le terapie indicate dai medici prevedono l’uso di farmaci o di sostanze ormonali che possono portare ad una parziale ricrescita del capello, ma difficilmente si potrà tornare a sfoggiare la chioma di un tempo. Il migliore metodo fino ad ora rivelatosi veramente efficace è l’autotrapianto dei capelli, intervento ormai collaudato e testato da centinaia di uomini e donne. Naturalmente, ogni caso è diverso dall’altro e, ai fini di una cura efficace, sarà necessario che il medico esamini il singolo caso e trovi la soluzione migliore.